07/10/2019
POP SUPPER
Dall’umanesimo al post -umano di GABRIELLO ANSELMI
Visto in lontananza il grande arazzo Pop Supper ( 12 m x 4 m) può apparire come una delle tante stoffe stampate e create per un'agguerrita industria della moda.
L'opera è un imponente mosaico tessile, un coacervo cromatico, dove in modo quasi ossessivo si riproduce l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, che dopo un ideale restauro riacquisisce toni cromatici accesi di grande vivacità.
Le innumerevoli figure s’inseriscono in una struttura geometrica rigidamente modulare la cui ortogonalità è interrotta solo da qualche sapiente “sgarro” sparso qua e là.
Un capolavoro come il Cenacolo, il lavoro più complesso del genio del Rinascimento, in un mondo che guarda al valore delle cose solo per il suo potenziale profitto, può trasformarsi in una semplice figura da poter essere utilizzata dai tanti prodotti di facile consumo: una tshirt, una tazza per caffè,un gadget o, nel migliore dei casi, in un francobollo commemorativo.
Le citazioni che partono da Leonardo, il grande personaggio che aprirà ilmondo alla Modernità, arrivano ai giorni nostri con Andy Worhol, l'artistache basando la sua ricerca sulla rielaborazione dell'immagine fotografica, ne rivelerà le grandi potenzialità critiche-analitiche mettendo a nudo la cecitàdi un presente incapace di saper leggere sé stesso.
Potremmo sintetizzare questo pensiero inserendolo nello spazio temporale che partendo dalla nascita della Modernità intesa come: Progresso = Innovazione tecnologica arriverà nella profonda crisi dell’era Post-Moderna e Post-Umana cioè al suo capolinea.
Conoscendo le opere precedenti del Damss, mi riferisco alle tre “meraviglie”
di “Milano-Roma-Venezia 3000”, vero elettroshock visivo ad alto voltaggio che ci trascina violentemente nei rapporti oramai persi del tempo: Passato-Presente-Futuro, viene da domandarsi come quest’opera, nella sua algida staticità ne sia, non solo dal punto di vista formale, il suo esatto contrario. Pop Supper non è un'opera narrativa, né simbolica o didascalica; non pretende di lasciare particolari messaggi, non vuole coinvolgere minimamente la nostra sfera emotiva.Daniela e Marco (DAMSS) consapevoli della forza che può avere un’immagine al punto da condizionare le sorti di una guerra, la scorporano dal suo esasperato utilizzo portandola al suo stato puro.In tutto questo c’è forse l'intenzione di creare un “inizio”, un ricominciare daccapo, per costruire una nuova chiave di lettura necessaria per comprendere le nuove dimensioni che ci frastornano quotidianamente.Pop Supper è un raro esempio in cui l'arte vuole uscire dai suoi schemi, non essere a servizio di presunti spasmi intellettuali, né tanto meno dai perversi meccanismi che condizionano costantemente il nostro comportamento, ma essere, per una volta, solo sé stessa, cioè puro fatto estetico creandol’enigmatico dubbio che ciò che comunemente chiamiamo realtà non sia cheuna fugace immagine.