“ORO BLU” è dedicata all’intero ciclo dell’acqua che viene qui raccontato lungo i dodici metri del suo monumentale sviluppo in un capovolgimento dell’approccio fin qui adottato dai due artisti. Se infatti nei lavori precedenti la cifra estetica e concettuale era caratterizzata dalla denuncia esplicita dei fenomeni e degli eventi negativi causa dall’arroganza autoreferenziale dell’uomo, a partire da ORO BLU le infauste conseguenze dell’attività umana restano sospese, nascoste tra le pieghe della narrazione, non palesemente rappresentate ma piuttosto evocate, presenze a cui alludono qua e là alcune tracce – rovine, relitti, profili metropolitani sull’orizzonte.
Negli straordinari ecosistemi di cui l’acqua nelle sue trasformazioni è artefice, il passaggio dell’uomo è appena accennato suggerendo quanto questi non sia che uno degli innumerevoli ingranaggi dell’elaborata e complessa macchina della Natura, fragile eppure resiliente, capace di sopravvivere da milioni di anni a qualunque catastrofe occorsa sin dalla nascita del pianeta e, dunque, presumibilmente anche alla nostra specie. Nella sua corsa all’(auto)distruzione, l’umanità dimentica però che questo principio non è reciproco: nel lungo termine, la natura potrebbe proseguire nella sua lenta e perenne metamorfosi anche senza gli esseri umani mentre, al contrario, quest’ultimi non sarebbero in grado di sopravviverle.
L’acqua in particolare è tra le risorse limitate ma imprescindibili per la vita e osservando l’interconnessione che lega gli esseri viventi tra di loro e con l’ambiente da un diverso punto di vista DAMSS compongono in quest’opera un autentico inno al perfetto equilibrio che regola il funzionamento della Natura, affinato lungo un arco temporale che risponde al ritmo della Terra e dell’Universo in un continuo adattamento evolutivo. Quello che si dipana davanti agli occhi è un eden che l’acqua rende possibile ogni giorno da tempo immemore: elemento fecondo e mutevole – liquido, solido, gassoso – essa alimenta e nutre la vita in una pluralità di forme – nelle profondità degli oceani come sulla terraferma – di cui DAMSS illustrano le meravigliose incalcolabili varietà.
Con un’abilità tecnica sviluppata in anni di ricerca, i due artisti trasformano grandi quantità di scarti tessili, sfridi industriali e tessuti di recupero in materia prima che manipolano fino a trasformarla in una sconfinata tavolozza di colori e sfumature con matericità e tattilità diverse a seconda del materiale di partenza e dell’intervento cui è stato sottoposto. Un upcycling che asseconda una costante attenzione nell’uso delle risorse e dell’impatto che l’uomo in tutte le sue attività produce sull’ambiente. Combinando una visione ideale e una polisemia stratificata, DAMSS declinano, nella loro pratica artistica, il reale secondo una grammatica fantastica e immaginaria e con una continua sperimentazione sui e con i materiali confermano ancora una volta uno squisito talento nell’intrecciare ogni elemento all’altro, finanche dissonante ed estraneo, in una trama fitta e articolata, una costruzione sincronica e diacronica al contempo che seduce l’osservatore immergendolo nel movimento ciclico dell’acqua, tra le infinite forme che in essa nascono, vivono e si trasformano.
La perfetta armonia di ORO BLU rivela l’essenzialità delle risorse idriche mostrando all’osservatore gli effetti preziosi di questo tesoro di cui disponiamo e che consumiamo, sprechiamo e dissolviamo. Dopo il viaggio nel loro INFERNO3000, DAMSS ci conducono nel paradiso che dimentichiamo di abitare: lo fanno illuminando attraverso l’arte il placido fluire dell’acqua nella vita affidando all’osservatore la responsabilità della consapevolezza delle ombre che si allungano silenziose su questo sguardo sereno: l’inquinamento che pregiudica la potabilità dell’acqua, lo scioglimento dei ghiacciai, la siccità e la desertificazione, l’innalzamento dei mari, la potenza devastante delle piene di fiumi imprigionati da montagne di cemento.
ORO BLU è, dunque, una memoria anteriore e preventiva, un monito ad attribuire il giusto valore a ciò che abbiamo, un invito a proteggere, custodire e difendere il patrimonio idrico del nostro pianeta affinché quest’ultimo non diventi definitivamente per l’uomo l’ultimo paradiso perduto. Testo di Barbara Pavan